ESTRELLA DEL MAR

Quando guardo il mare immagino forme di vita che lo popolano, ignare di noi e dei nostri problemi “terreni”.
Non di rado capita di incontrare sul bagnasciuga una bottiglia, un pneumatico, un pioppo sradicato, ma anche grandi pesci giunti ormai al capolinea.
Volendo però sognare, ho immaginato un piccolo miracolo e l’ho chiamato “Estrella del mar”, perché dedicata ad una mamma speciale e alla sua bambina.
Una sirena da’ alla luce una nuova vita. La cura e la protegge…
Questa nuova stella è un simbolo di speranza, per noi e per tutti quelli che sognano una vita migliore.

Non amo rovinare i sogni che la scultura di sabbia incarna e per questa ragione alla fine me ne vado sempre senza voltarmi. So quale sarà il suo destino… ieri ho commesso l’errore di guardare per l’ultima volta questo miracolo: da un ombrellone si alza fulmineo un bambino seguito dal suo papà. Credevo volessero curiosare, come fanno tanti, ma non è stato così.
Il bambino da’ un calcio alla sirena e ci saltella sopra fino a raderla al suolo e voltandosi chiede l’approvazione del suo papà che continua la sua camminata indifferente e sorridente. Così sono bastati pochi secondi per vedere distrutto un lavoro di 7 ore …avrei preferito che lo facesse il mare!…

Il mondo è pieno di uomini a cui nessuno ha mai trasmesso l’amore e il rispetto per le cose!

CREAZIONE

E’ divino quel gran desiderio di plasmare, di dar vita alla materia traendone una forma viva.
Questo desiderio è in ogni nostra cellula, perché noi siamo creati da mani grandi.
Imitiamo la creazione e così, in un moto circolare, questo gesto si trasmette a tutto ciò che incontriamo e tocchiamo.
Inaspettatamente i due corpi di sabbia prendono le sembianze di un cuore e quel cuore siamo noi, un’umanità fragile, che muore e rinasce ogni giorno.
Una strana coincidenza? due ragazzi, fratello e sorella, particolarmente presenti durante la genesi dell’opera, dovendo tornare a casa hanno salutato rivelando i loro nomi: Adam ed Eva!…e non è uno scherzo!

MANI

Mani che urlano, che pregano, che imprecano, che aprono varchi, che cercano un’uscita.
Mani che tolgono pietre, che stringono vite, che stringono mani.
Mani che donano speranza.
Mani che amano, mani che sanguinano.
Migliaia di piccole mani capaci di tirar via una montagna… Mani capaci di ricostruirla.

IL SOGNO DELL’ELEFANTE

Nulla era possibile fare. La terra aveva di nuovo tremato e niente era rimasto in piedi. Assieme alle case, anche i nostri cuori, i nostri nervi già scossi dalla vita si erano crepati. Bisogna far memoria ci siam detti: “La memoria è la chiave di ogni cosa.”
Memoria delle cose vissute, dei bei momenti in cui si progettava la felicità; in cui il desiderio di essere felici era così vivo da straripare in tutte le direzioni. Far memoria della grandezza dei nostri cuori che producono amori ad ogni angolo di strada, ad ogni svolta. Memoria di tutte le volte che abbiamo ringraziato ed esultato per le gioie… Ora c’è bisogno che il passato ci guidi a ricominciare.
Quella mattina in spiaggia avrei fatto un monumento in memoria di chi aveva perso ogni cosa, ma Martina, di sette anni e mezzo, mi ha ricordato che dovevo fargli un elefante. Quell’elefante, in quel momento, proprio non ci voleva!
Ho preso con pazienza a lavorare mosso dal sorriso dei bambini, che affianco a me raccoglievano suggerimenti e davano una mano a rendere più chiari i contorni del pachiderma. C’è voluto un po’ per finire, ma l’entusiasmo e la dedizione di Martina, Daniele e poi Chiara e Daria, mi hanno convinto che fosse quello il vero monumento alla memoria.
I sorrisi, la voglia di esserci, il costruire insieme, il voler dare una mano e chiedere permesso. Ognuno con le proprie palette e secchielli ad attendere istruzioni per realizzare un sogno.
E’ così che è nato l’elefante sognante, che il mio amico Sabino mi ha aiutato a rendere vivo. A un certo punto Sabino ha amato più di me quel progetto tanto da portarlo avanti nel momento in cui non avevo più chiare le motivazioni. Così, insieme lo abbiamo reso vivo e felice, e lui, l’elefante, con la pazienza e la saggezza che da sempre lo contraddistinguono, ci ha permesso di fargli qualunque cosa, anche una decorazione cerimoniale.
Ora è lì che dorme e sogna, un sogno leggero e felice. Un sogno che si nutre di memoria. Memoria di amorevoli angeli che insieme lo hanno riportato in vita.

LA SFINGE

In un susseguirsi interminabile di luce e crepuscolo, tra tempeste di sabbia e inondazioni, la Sfinge protegge la riva e attende la fine dei suoi giorni. Il suo volto spigoloso e androgino è sereno e misterioso. I suoi pensieri asciugano al sole e scivolano sui fianchi. Acqua e vento levigano per bene ogni asperità.
Mia sentinella, tu non puoi morire. Ti trasformerai in duna, il mare modellerà in te forme sempre nuove e le mie mani sapranno riconoscerti.

IL GIGANTE

Capita di avere un’idea e non avere la forza di seguirla. Girandoci intorno, si presentano altre forme, e dalla sabbia si materializza non un’idea, ma un gran desiderio di riposo.
Rimarrà deluso chi si aspettava un pensiero profondo. Ora, di profondo, c’è solo un gran sonno.

NAUFRAGO

Verranno a cercarmi!
Sono certo che tutti si staranno chiedendo: “Quando torna a casa?”.
Quando decidi di prendere il largo, di andare all’avventura, lì, in quell’attimo sei solo, con il tuo cuore impaurito, ma fiducioso, che nulla potrà accaderti: nulla che tu non possa raccontare! Ma dentro, nel tuo animo, dentro il turbine delle tue solitudini, quante volte hai naufragato? Solo chi ama il tuo destino e la tua libertà, sarà sempre lì ad aspettarti, avrà cura di te e della tua barca e ti lascerà di nuovo libero verso nuovi naufragi dell’anima!

RITROVAMENTO

Ritrovata la dea Cupra. Ora rischia di giacere per qualche altro millennio in fondo al mare! Però intanto qualche foto l’ho fatta!

PINOCCHIO

Lo so che Pinocchio, quando cadde in mare, passò dall’essere un ciuchino, all’essere di nuovo un burattino… Lo so che quando riuscì a fuggire dalle grinfie del pescecane era col babbo e poi dopo in groppa a un tonno. Questa storia ormai la sanno anche i muri! E allora io la riscrivo e aprendo il mio libro, scovo un Pinocchio intento a nuotare libero e finalmente in carne ed ossa… e naso, ancora in fuga dai pericoli e le insidie che si celano tra le sue pagine… Un giorno potrebbe fare di nuovo capolino il famoso pescecane (tempo permettendo!), ed io starò lì ad aspettarlo!

IL SOLE, LA LUNA, GLI AMANTI

Qual è il volto dell’amore? Voglio scoprirlo, in mezzo a tanta falsità. Emozioni vuote ci avvolgono e ci allontanano dal nostro cuore. Ci allontanano dal cuore: da ciò che muove le menti e i corpi; da ciò che muove le vere passioni… Quando Dio ci ha plasmato, noi eravamo il volto del suo amore. La ricerca di quel volto, di quell’Amore: questo è il nostro compito.
In questa performance, i volti emanano una serenità appagante. La Luna ed il Sole esistono perché esiste la vita e la vita esiste perché esistono la Luna ed il Sole. Tutto è indivisibile, inscindibile, necessario, perché tutto è creato.
E voi che pensavate? che fossero solo due corpi che stavano per compiere qualcosa di peccaminoso?
Purtroppo le nostre menti, al contrario del nostro cuore, sono molto limitate!
Come noterete dalle foto, c’è sempre la necessaria cooperazione del mio amico Sabino Papagna, specialista di decorazioni, torri di babele, lune, soli e castelli incantati.