In occasione della Presentazione del nuovo disco degli Abetito Galeotta, ho simulato le varie fasi di trasformazione delle immagini presenti nel booklet.
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In occasione della Presentazione del nuovo disco degli Abetito Galeotta, ho simulato le varie fasi di trasformazione delle immagini presenti nel booklet.
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Credevo che non potesse accadere, eppure ho visto una sirena ripescare un uomo quasi annegato. L’ho vista furiosamente dimenarsi e mulinare vorticosamente la robusta coda nel tentativo di portarlo in salvo. Dunque è assodato: la sirena è amica dell’uomo. Si, lo so, una rondine non fa primavera, però abbiamo speranza di poter rimanere in buoni rapporti, soprattutto perché ognuno vive a casa sua.
Ho creduto opportuno mettere in bacheca anche foto di passaggi intermedi di lavorazione perché fosse chiaro che tutto si evolve ed è in costante cambiamento. Il movimento caratterizza questo profondo e forse provvidenziale incontro. Una torsione, un impeto, una vibrazione di corpi. Una presenza viva che ha incuriosito e affascinato tutti i passanti. Forse c’è nell’aria un grande bisogno di essere tratti in salvo da qualcuno; qualcuno che sappia amare la diversità e che non faccia distinzioni di sorta… Mi sorge comunque un dubbio: la sirena, se mi trovasse in mare quasi annegato, mi salverebbe? Uno spunto per riflettere… magari per un lavoro successivo. La decorazione che fa da cornice è del mio carissimo amico Sabino Papagna, che ha amato quanto me questa malcapitata sirena.
Amo il gabbiano. Lo associo sempre al viaggio e mi meraviglia ogni volta quando dispiega le ali nel decollo e nell’atterraggio e quando veleggia affiancando le navi, cullato dal vento. Lo amo anche quando, a fine giornata, ripopola le spiagge, rubate per qualche ora dai bagnanti… del resto è lui il padrone di casa, non si può negare… Lo dedico a lui… Saprà apprezzarlo.