SEDICESIMO… a Maria Rita

Ci conosciamo da 16 anni e viviamo ancora ogni cosa come fosse l’ultimo giorno!… Molti dicono “come fosse il primo”, ma immaginatevi di aver cominciato un viaggio con tanto ardore e tanta passione… ogni giorno che passa è un passo in più verso la mèta stabilita, come la maturazione di un frutto che si desidera sempre, ma non è mai ora di cogliere! Tutto è nell’attesa di un amore che si compie, che matura e che torna alla terra che lo ha generato, lasciando come seme tutte le esperienze vissute, figli, opere dell’ingegno, pensieri dell’anima. Non si vive l’uno per l’altra, ma si procede insieme alla scoperta di se stessi, amando, l’uno il destino dell’altra.

Copertina III° Volume “I musicisti piceni tra il XVIII e il XXI secolo”

In attesa del prossimo volume, la cui pubblicazione è agli sgoccioli, ripubblico la precedente copertina… e per i più curiosi e pazienti visitatori, un mio scritto a riguardo, pubblicato tra i testi introduttivi.

NATURA E STORIA DI UN PENTAGRAMMA

È inusuale parlare di una copertina; mi è stato comunque chiesto ufficialmente dall’autore di questa collana di saggi e perciò lo farò.

Quando Marco mi ha chiesto di realizzare la copertina del primo volume, come amico l’ho voluto accontentare, ma presto mi sono reso conto del privilegio che avevo aderendo ad un progetto di così ampio respiro.

Nel primo volume ho tenuto conto dell’unità del territorio piceno, che per sua natura è un mutare progressivo di forme, una fusione di culture arcaiche, un bacino culturale ricco  di storia popolare e di raffinatezze insospettabili, il tutto tenuto insieme da una colonna sonora composta un po’ da ciascun autore, poeta, compositore, musicista o semplicemente cantastorie.

Gli elementi utilizzati non sono altro che scorci rubati di una natura, che nella sua energia mostra già il suo personale accordo con l’animo umano.

Lo spartito è il cielo punteggiato di note che volano tra i pentagrammi come stormi di uccelli, ma non è solo cielo, è anche terra, sabbia, un bagnasciuga su cui s’infrange un’onda del mare, che simboleggia l’approdo di culture e perciò un cambiamento, una mutazione in atto; una sedimentazione di storie, che a volte cela e protegge e a volte scopre e mostra prepotentemente dei tesori culturali insospettati.

C’è la campagna e i suoi borghi, i suoi castelletti arroccati e infine, ma non ultima, la montagna, che per sua natura è simbolo della madre che dà tutto per i suoi figli, mutando parte della sua natura in paesaggi più dolci, colline, conglomerati, sabbie.

C’è l’estro umano che, manipolando le forme naturali e la materia stessa, compone nuove identità e la musica di per sé è un’astrazione della realtà, che va a toccare corde così profonde da essere molto più vicino all’anima umana di tante altre forme espressive.

Nella copertina di questo volume lo spirito musicale è una tela su cui si può dipingere qualsiasi meraviglia.

I pentagrammi sono fili che corrono paralleli all’infinito, trapassano il tempo e portano con sé ricordi, storie di uomini e di popoli.

Ogni storia viene stesa come colori da un’infinità di piccoli pennelli. Noi non vediamo nulla, solamente segni.

Comporre il quadro è vedere materializzarsi volti, luoghi, epoche; comparire, fare un sorriso, dare un’occhiata e, come in un sogno, svanire di nuovo. Ma i luoghi restano e sono scorci della nostra terra. Luoghi noti e ormai mutati o scomparsi del tutto e di cui rimangono solo il suono del vento nei campi, un battito d’ali, un canto popolare, una processione, un violino, una fisarmonica.

Forse mi sbaglio, ma la musica assomiglia più ad un sogno dove tutto appare tra il reale e il fantastico. Dove tutto appare e scompare e a volte si sovrappone anacronisticamente, mettendo teste su corpi diversi e personaggi che passeggiano in storie di altri.

Un sogno in cui tutto è possibile. Un sogno in cui tutto è unito e permeato dalla stessa identità di popolo.

C’era bisogno che tutto ciò venisse riscoperto e valorizzato.

È un sogno anche questo: il sogno appassionato di un musicista che ama le sue radici e che vuole riscoprirle.

Occorre che ognuno scriva e suoni la propria musica, ma che abbia sempre una storia a cui attingere.

PINOCCHIO

Lo so che Pinocchio, quando cadde in mare, passò dall’essere un ciuchino, all’essere di nuovo un burattino… Lo so che quando riuscì a fuggire dalle grinfie del pescecane era col babbo e poi dopo in groppa a un tonno. Questa storia ormai la sanno anche i muri! E allora io la riscrivo e aprendo il mio libro, scovo un Pinocchio intento a nuotare libero e finalmente in carne ed ossa… e naso, ancora in fuga dai pericoli e le insidie che si celano tra le sue pagine… Un giorno potrebbe fare di nuovo capolino il famoso pescecane (tempo permettendo!), ed io starò lì ad aspettarlo!

2° classificato – Concorso di Fumetto e Illustrazione “OLTRE”

“OLTREMARE” è una riflessione in tre tavole, sull’odissea delle popolazioni africane.

Se c’è qualcosa che si spinge sempre oltre il limite della comprensione umana, questa è la realtà.

C’è un limite alle sofferenze fisiche e mentali?
C’è un limite geografico da non superare, oltre il quale muore ogni simpatia, ogni accoglienza, ogni tolleranza, ogni uguaglianza?
Ho tentato di guardare OLTRE lo sguardo vitreo di occhi senza più speranza…
di raggiungere quel desiderio di vita, di amore, di rinascita che si trova OLTRE la scorza dura di un cuore sempre in equilibrio tra inferno e paradiso…
di guardare OLTRE un mare in tempesta…
attento ad ogni singola tempesta di ogni singolo cuore che l’attraversa.

2° premio al Concorso di Fumetto e Illustrazione “OLTRE” di Disegni Diversi di Fano.