Ascoli Piceno ha, come tante città di provincia, una caratteristica che salta subito all’occhio: è piccola e il suo centro si gira in una giornata, essendo però satura di cose interessanti, una giornata non basta nemmeno per apprezzare e metabolizzare la sua ricca Pinacoteca!
Dico questo, perché la velocità con cui si visitano oggi le città, è vicina a quella della luce!
Figuriamoci se un gruppo di 23 artisti, noti e meno noti, professionisti e non, si possano far notare!
Da soli la missione è impossibile, ma insieme, ora, c’è qualche speranza!
Conoscersi tra noi, che ci siamo incrociati spesso senza neanche saperci guardare negli occhi, con vergogna o con superbia…questo è una cosa che rompe gli schemi.
Ognuno è se stesso con ciò che porta, con il suo punto d’arrivo, con le esperienze che lo hanno plasmato, nel corpo e nell’anima.
Grazie a Riccardo Sgattoni e a Milena Puglisi che hanno desiderato “NOW” e lo hanno fatto vivere.
Ora è là, al Palazzo Comunale, nella Sala dei Mercatori; un piccolo cuore che batte nell’angolo destro della stanza.
23 cordoni ombelicali che danno linfa a questa nuova creatura.
Una creatura che porterà con se 23 anime; 23 opere, 23 modi di guardarsi dentro.
L’opera che ho esposto per l’occasione è “Carbonia”.
“Carbonia” fa parte di una serie di 12 illustrazioni che corredano il booklet del cd musicale “Cambi di stagione” del gruppo cantautorale ascolano Abetito Galeotta.
E’ stata concepita come fosse un’icona, che rappresenta l’uomo, il marito, il padre, il lavoratore, il minatore, il costruttore di una nazione forte ed autosufficiente. Peccato che fosse l’ennesimo flop dell’impero fascista. L’uomo è rimasto solo: rughe profonde e cupe e un cuore percorso da buie gallerie e carrelli ormai vuoti, in una città sorta dal nulla soltanto per produrre carbone e braccia da lavoro. La grande ruota di un pozzo d’estrazione, sorge come un sole ogni mattina, quasi a contrastare il buio a cui esso, inesorabilmente, conduceva. Questa immagine è tornata in auge a settembre 2014 in occasione dell’uscita del video clip della canzone omonima. Il video, realizzato dal regista Federico De Marco, dà ampio spazio al disegno, che si materializza, tra le vecchie immagini delle miniere del Sulcis (Sardegna) e le cave di travertino di Giuliano Giuliani a Colle S. Marco e Cave Cavam di Alessandro Virgulti a Rosara, nell’Ascolano.