La “mela” di Colombo

“Quando parliamo di navigatori pensiamo subito a quei sofisticati strumenti di bordo che utilizziamo spesso per perderci volutamente, che tanto ci tirano sempre e comunque fuori dai guai.
Questa volta vi parlo di un navigatore in carne ed ossa!

Cristoforo Colombo guarda fiducioso e fiero verso un orizzonte nebuloso. E’ il luogo in cui per il mondo di allora tutto termina!
Ogni certezza affoga nel dubbio di un mare tenebroso, che prima o poi traboccherà, come la minestra da un piatto, e farà precipitare nel vuoto chiunque ne voglia esplorare i confini.
Con una semplice bussola, una clessidra per misurare le giornate e una fede incrollabile in Dio e nella scienza, Cristoforo Colombo affronterà le sue paure e quelle dei suoi compagni di viaggio.
Spinti da venti costanti di Levante, vivranno tutti la paura di non poter più tornare indietro, ma all’improvviso ecco spirare venti da Ponente. Altri segnali rassicuranti, come balene (e non mostri marini), gabbiani e resti di vegetazione, danno sentore di approdo e poi sarà come sbarcare in Paradiso.

Questo genovese che possiede mappe sicure, il cui progetto è cominciato con papa Innocenzo VIII e che si firma Christo Ferens (esecutore delle volontà del Signore), avrà finalmente la prova certa che il mondo è come una grande mela.
E’ del 1492, il primo mappamondo terrestre che si chiamerà per l’appunto ERDAPFEL, che letteralmente vuol dire “MELA TERRESTRE”.

Questo è dunque l’omaggio ad un vero “navigatore”: ad un novello Adamo che fa vivere al mondo un nuovo inizio (ma morsa la mela…perderà il Paradiso). E’ l’omaggio anche a quell’America che diverrà nei secoli terra di conquista e sogno di una vita migliore.”

La "mela" di Colombo