Proposta di una nuova immagine per la copertina della rivista internazionale “HISTORY OF EDUCATION & CHILDREN’S LITERATURE”.

LETTERA_A-matita+digitale

Ogni cultura ha utilizzato simboli (geometrie e pittogrammi) che nei secoli si sono arricchiti di nuovi significati.
Ogni lettera racchiude, nella sua sintesi grafica, tradizioni, usi, costumi di popoli molto diversi tra loro e racconta la storia dell’umanità e i cambiamenti epocali.
Ho deciso di rappresentare la lettera “A” perché è la prima lettera dell’alfabeto.
Nel maiuscolo, la sua forma ricorda il vertice di una piramide, di un campanile, di un obelisco, ma mi sono divertito a costruirgli un cappello di carta a forma di corona, perché ritengo che sia la regina delle lettere dell’alfabeto. Poi è comparso inaspettatamente un pennello, e la “A” ha preso sembianze di un artista immerso in un paesaggio che ricorda quello marchigiano. Così troviamo la foce di un fiume, i ponti della ferrovia, un treno di passaggio, le colline, alcuni profili della città di Macerata vista da porta San Giuliano, il tutto dominato dai Monti Sibillini.
Predominano su tutto i toni caldi del rosa-arancio, del giallo e dell’ocra; i rossi sono quelli dell’argilla, che i fiumi trasportano al mare; l’argilla delle nostre città medievali e delle nostre campagne.
E’ il mio omaggio a Macerata e alla sua Università, all’Accademia di Belle Arti e alla Scuola d’Illustrazione Ars in Fabula.
L’immagine nasce quasi spontaneamente, come un gioco di trasformazioni, di geometrie che vanno a costruire altre realtà concrete, perciò è importante che rimangano evidenti le linee di costruzione, ché sono la testimonianza di un percorso formativo, come lo è quello dell’educazione.
Amo il quadrato perché è forma perfetta, insieme statica e dinamica; da esso scaturiscono soluzioni imprevedibili: è base per la sezione aurea che genera strutture armoniche che sono il fondamento dell’arte, dell’architettura e del design, ma anche della stampa tipografica che si serve di gabbie geometriche per poter disporre i testi in modo armonico; quell’armonia che si ritrova non a caso in tutta la scrittura, dagli ideogrammi orientali, alle pagine miniate, alla geometria del Lapidario Romano ridisegnato poi da Leonardo da Vinci e perfezionato da Claude Garamond.
L’Artista ha in mano una barca, che rappresenta il nostro mare, l’avventura che inizia, o semplicemente un ritorno a casa, ma può rappresentare anche l’arrivo di un popolo da una terra lontana, un “Arrival”, una migrazione.
Il viaggio è ricchezza interiore, possibilità di incontro; non a caso la vela della barca è un foglio dispiegato a svelare un segreto; una mappa che, a guardarla di lato, mostra una dinamica A maiuscola.
In realtà questi segni rappresentano l’ideogramma cinese della donna, custode della vita, tant’è che il simbolo della donna associato a quello del tetto sta a significare: tornare in terra ferma, fuori da realtà intricate e difficili, nella pace e nella tranquillità del focolare. La donna è colei che mette al mondo un’altra vita, la educa e la custodisce.

E’ chiaro che un contest – così come un libro o un’opera pittorica – diviene pretesto per comunicare un po’ della propria vita, senza togliere a nessuno la libertà di vederci altro.
Così il pittogramma potrebbe essere semplicemente la decorazione di una vela, che serviva alle nostre antiche madri per riconoscere in lontananza il proprio uomo, che ritornava sano e salvo dalla pesca in mare aperto, oppure un bimbo che gioca, o un uomo che fa’ un salto indietro a riafferrare sogni e fantasie, che hanno reso prezioso ogni suo passo verso l’età adulta.

Marco Zaini

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